Colesterolo HDL e rischio residuo di primi eventi cardiovascolari dopo trattamento con terapia statinica intensiva
Le concentrazioni di colesterolo HDL sono inversamente associate all’insorgenza di eventi cardiovascolari.
Utilizzando la coorte dello studio JUPITER, è stato valutato se questa associazione permane quando le concentrazioni di colesterolo LDL sono ridotte a livelli molto bassi da un trattamento statinico ad alta dose.
Le persona arruolate nello studio randomizzato placebo-controllato JUPITER erano adulti senza diabete o precedente malattia cardiovascolare e avevano concentrazioni basali di colesterolo LDL inferiori a 3.37 mmol/L e di proteina C-reattiva ad alta sensibilità ( hs-CRP ) uguali o superiori a 2 mg/L.
I partecipanti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere Rosuvastatina ( Crestor ) 20 mg al giorno oppure placebo in una modalità in doppio cieco per quanto riguarda il trattamento assegnato.
In questa analisi, i partecipanti allo studio JUPITER sono stati suddivisi in quartili di colesterolo HDL o apolipoproteina A1, ed è stata cercata una prova dell’associazione tra questi quartili e l’endpoint primario dello studio JUPITER di primo infarto del miocardio o ictus, ricovero in ospedale per angina instabile, rivascolarizzazione arteriosa o mortalità cardiovascolare.
Per 17.802 pazienti dello studio JUPITER, il trattamento giornaliero con Rosuvastatina 20 mg ha ridotto l’incidenza dell’endpoint primario del 44% ( p minore di 0.0001 ).
In 8.901 ( 50% ) pazienti del gruppo placebo ( con un livello mediano di concentrazione di colesterolo LDL in trattamento di 2.80 mmol/L ), le concentrazioni di colesterolo HDL sono risultate inversamente legate a rischio vascolare al basale ( hazard ratio per quartile superiore vs quartile inferiore, HR=0.54; p=0.0039 ) e durante il trattamento ( HR=0.55; p=0.0047 ).
Di contro, tra gli 8.900 ( 50% ) pazienti trattati con Rosuvastatina 20 mg ( con concentrazione mediana di colesterolo LDL in trattamento di 1.42 mmol/L ), non sono state osservate relazioni significative tra i quartili di concentrazione di colesterolo HDL e rischio vascolare al basale ( HR=1.12; p=0.82 ) o nel corso del trattamento ( HR=1.03; p=0.97 ).
Le analisi relative ad apolipoproteina A1 hanno mostrato una relazione altrettanto forte con la frequenza degli esiti primari, ma solo una leggera associazione nel gruppo Rosuvastatina.
In conclusione, sebbene la misurazione della concentrazione di colesterolo HDL sia utile nella valutazione iniziale del rischio cardiovascolare, essa non risulta predittiva del rischio vascolare residuo in pazienti, trattati con terapia statinica ad alta dose, che raggiungono concentrazioni molto basse di colesterolo LDL. ( Xagena2010 )
Ridker PM et al, Lancet 2010; 376: 333-339
Cardio2010 Endo2010
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